L'impresa degli Scoiattoli

Il sole calava stancamente dietro i picchi più alti e il freddo della sera scendeva sul campo di battaglia. In un angolo ormai buio, dietro una roccia, otto tenenti degli scoiattoli sedevano in cerchio; stanchi, ammaccati e con la grande voglia di andarsene, abbandonare la guerra, le lotte, tornare a casa dalle loro famiglie e chiudere il discorso. Si sentivano abbandonati, il generale ed altri quattro tenenti giacevano su letti in infermeria, l'avversario al contrario era nel pieno delle sue forze, nessun caduto, nessun rallentamento e la condizione fisica degli Scoiattoli non faceva che evidenziare la differenza.

Uno scudiero si avvicinò ai tenenti e porse loro una tazza di vino speziato ancora fumante, per ritemprare le membra e poter rilassare la schiena contro un masso. Il colosso delle pianure di ferro osservò come ipnotizzato la sua tazza, il fumo che lento ne esce, aspirò il dolce sapore e poi gettò il contenuto sul fuoco. Lentamente si alzò al centro del cerchio "io sono un campione delle pianure di ferro, non sono cresciuto per spezzarmi o piegarmi, non sono giunto fino a qui per piangermi addosso" lo sguardo fiero trafisse i cuori degli altri tenenti "io mi sono unito agli Scoiattoli per combattere con onore fino alla fine! Io non mi arrenderò oggi!"

Le sue parole fecero breccia nel cuore dei suoi compagni, il loro ricordo che veleggiava all'ultima battaglia persa quando il generale fu costretto al ritiro e gli altri tenenti sacrificarono la loro salute per proteggerlo. Lentamente tutti si alzarono e raggiunsero al centro il guerriero di ferro, poi allungarono all'unisono la mano verso la spalla del grande guerriero ed insieme urlarono

"Chi vigila su di me?

Il mio compagno!

Chi non si arrende mai?

Gli scoiattoli!"

Il mattino seguente, ultimo giorno di battaglia, entrò nella storia degli Scoiattoli come L'impresa, il guerriero di ferro guidò i pochi Scoiattoli sopravvissuti all'ultimo assalto. Corpi volavano maciullati, teste rotolavano, freccie piovevano ogni dove e avversari scomparivano nella macchia. Senza il loro generale, senza i loro migliori cecchini, senza il dispensatore, ma con il cuore pieno di orgoglio il guerriero delle pianure di ferro condusse i soldati del mantello fulvo alla vittoria!

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